A partire dal 16 luglio 2022 entrerà in vigore il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, appartenente al dlgs 14/2019. Questo codice andrà a sostituire la legge rivelatasi incapace di gestire le procedure concorsuali e di risanamento, questo è quanto si recepisce dalla Direttiva Insolvency che diventerà obbligatoria dal 17 luglio di quest’anno.
Considerata la crisi economica scaturita dalla diffusione della pandemia da Covid-19, i sistemi di allerta sono stati rinviati al 31 dicembre 2023, mentre sono state anticipate misure come la Composizione negoziata della crisi d’impresa, misura che non viene rappresenta una soluzione molto gradita agli imprenditori in difficoltà, basti pensare al fattore economico per la remunerazione dell’esperto mediatore, nonostante i vantaggi derivanti dalla postazione debitoria a cui si arriva.
L’art. 3 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, riguardante l’adeguatezza delle misure e degli assetti in funzione della rilevazione tempestiva della crisi d’impresa, presuppone una definizione corretta dell’assetto organizzativo, situazione che comporta delle conseguenze pratiche impossibili da evitare sia per quanto riguarda la gestione stessa dell’impresa che la responsabilità necessaria. Per questo motivo ogni imprenditore, di qualsiasi ambito, dovrà istituire delle misure in grado di individuare, nelle giuste tempistiche, una potenziale situazione di crisi e procedere immediatamente nella sua prevenzione. Quindi, le imprese dovranno impegnarsi nella giusta creazione di un assetto che sia organizzativo, amministrativo e contabile secondo quanto stabilito dell’articolo 2086 del Codice civile.
Il 17 marzo, il Governo ha espresso la sua approvazione per la diffusione di uno schema di decreto avente la funzione di introdurre la definizione di assetti organizzativi necessari per le imprese, oltre che la codifica dei segnali per poter prevenire le crisi aziendali, che devono essere aggiornati con una cadenza triennale. Alla prima comparsa dei segnali d’allarme, bisognerà monitorare la situazione, prevenire la crisi vera e propria e attuare le dovute contro-misure.
Di seguito alcuni segnali d’allarme: