Negli ultimi dieci anni i Ccnl sono cresciuti in modo anomalo, oggi solo quelli del settore privato sono 933. Di questi, 353 contratti sono sottoscritti da associazioni non rappresentati al Cnel, coprono una piccola parte di lavoratori e spesso presentano delle condizioni contrattuali con importi così minimi da avere un impatto economico sui dipendenti.
Per contrastare la diffusione dei cosiddetti “contratti pirata”, firmati da parti sociali insufficientemente rappresentative, entra in campo uno strumento: il codice alfanumerico unico dei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Questo codice è stato istituito dalla legge 120/2020 (decreto Semplificazioni), che ne assegna l’attribuzione al Cnel, che cura e gestisce l’Archivio nazionale dei contratti di lavoro pubblici e privati.
In sostanza, come sottolineato nella presentazione al Cnel, si tratta di un tipo di anagrafe comune dei contratti organizzata nell’ottica di servizio pubblico e di trasparenza.
In base a quanto previsto dall’art. 16 – quater, nelle comunicazioni obbligatorie al Ministero del Lavoro e nelle denunce retributive mensili inviate all’INPS, il dato relativo al contratto collettivo nazionale applicato al lavoratore deve essere indicato tramite il codice alfanumerico unico attribuito dal Cnel.
È previsto, inoltre, il passaggio sul flusso Uniemens al codice alfanumerico unico del Cnel, che prevede un periodo di transizione bimestrale in cui potrà essere utilizzato anche il codice INPS, in tal modo i datori di lavoro, i consulenti e i loro applicativi potranno adeguarsi al nuovo codice.
Quindi, dalla competenza di febbraio 2022, la trasmissione del dato relativo al Ccnl sarà possibile esclusivamente mediante il codice alfanumerico unico attribuito dal Cnel.
Secondo Tiziano Treu, presidente del CNEL, <<Il codice unico ci consente di fare un passo avanti storico perché permetterà di approfondire anche i contenuti di ogni contratto. Per la prima volta, e grazie all’unione delle banche dati, gli accordi che presentano elementi sospetti, d’accordo con INPS, li segnaleremo all’INL>>.
Per Pasquale Tridico, presidente INPS, <<La circolare Inps che recepisce il codice unico è un importante evento normativo e rappresenta un passo avanti notevole per tre motivi: semplifica l’identificazione, non avremo più alcun lavoratore senza codice e si facilita la lotta all’evasione contributiva. Sarà opportuno, poi, un intervento normativo da una parte sui minimi legali, dall’altra sulla rappresentanza contrattuale, con l’obiettivo di arginare il dumping sociale>>.