Il Ministero delle Finanze, con la risposta n. 5-07904 del 20 aprile, chiarisce che i controlli del Fisco sui conti correnti, utili a individuare le persone a rischio di evasione, possono essere estesi a tutti i contribuenti, non solo a quelli che sono già stati soggetti ad accertamenti.
Il ministero, inoltre, concede la possibilità, per l’amministrazione finanziaria, di unire le informazioni delle banche dati fiscali e quelle finanziarie purché venga rispettata la normativa relativa alla protezione dei dati personali. La procedura usata per mantenere l’anonimato dei dati trattati è quella della “pseudonimizzazione”, procedura che permette di effettuare l’analisi di rischio in modalità totalmente anonima e di riassociare i dati all’identità dei contribuenti solo nel caso in cui dovesse essere necessario effettuare un controllo approfondito, causa rischio evasione, i dati identificativi degli altri soggetti restano invece anonimi.
Tutti gli adempimenti svolti dall’Agenzia delle Entrate sono protetti da una valutazione della privacy, come previsto dalla normativa europea, così da risultare conformi in termini legislativi. Nelle misure adottate per contrastare l’evasione fiscale i documenti da utilizzare come riferimenti normativi sono il GDPR, ossia il Regolamento UE sulla Privacy, e le direttive emesse dal Garante italiano per la protezione dei dati personali.