L’avvento della pandemia da Covid-19 ha cambiato la prospettiva del lavoro, si parla di una prospettiva diversa che mette al primo posto la persona e i suoi valori, e, soprattutto, il benessere di sentirsi felici e finalmente soddisfatti.
Questo cambio di prospettiva per le aziende ha generato un problema di talent retention, la domanda che si ponevano era: come trattenere i talenti che non si ritrovano in azienda e che possono essere interessati ad altre eventuali opportunità esterne? La risposta è semplice, l’unica cosa da fare è puntare tutto sul riuscire ad attrarre e quindi selezionare, fino alla fase di reclutamento, delle persone che condividono l’interesse per quelli che sono i valori aziendali.
In sostanza, è essenziale selezionare persone in linea con la cultura e i valori aziendali, questa strategia è generalmente indicata con il termine cultural fit. Bisogna ricordare, però, che attuare la strategia del cultural fit non significa assumere determinate persone uguali tra di loro, infatti, è possibile condividere gli stessi valori anche avendo un pensiero diverso ed è questo che crea e fa funzionare l’azienda.
L’azienda che attua e lavora sul cultural fit dei propri dipendenti si ritrova con un vantaggio importante, ovvero la riduzione del turnover, cosa che li distingue da opportunità lavorative giunte dall’estero. Quindi, il cultural fit è uno strumento di recruiting e di talent retention.
Per poter essere sicuri di ricevere delle candidature coerenti con i valori aziendali, è utili fornire dei documenti aventi la funzione di fornire nello specifico quella che è la cultura aziendale: questo documento viene chiamato Culture book, ed è un documento che riesce a riassumere e presentare tutto ciò che fa parte dell’azienda anche alle persone che non ne fanno parte. Nell’ottica di recruiting, l’obiettivo del documento consiste nel dare ai candidati la possibilità di comprendere, in modo immediato, se l’ambiente e la cultura aziendale possono coincidere con i propri, eliminando, quindi, l’invio di candidature al “buio”.