La finalità del disegno di legge di bilancio 2022 è quella di ampliare e rafforzare le tutele, sia in costanza di lavoro sia in mancanza di occupazione. A partire dal prossimo anno, quindi, saranno garantiti ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori e tutte le aziende, indipendentemente dal settore economico e dalla classe dimensionale del datore di lavoro, realizzando un modello di sostegno universale.
Nello specifico nella riforma viene indicato che:
- L’ambito di applicazione della Cassa integrazione salariale straordinaria (Cigs) viene esteso e riconosciuto a tutte le imprese con più di 15 dipendenti (questo a prescindere dai settori) per riorganizzazioni aziendali, crisi aziendali e contratti di solidarietà.
- Il campo dei Fondi di solidarietà bilaterali è esteso, indipendentemente dal numero di dipendenti, a tutti i datori di lavoro. I Fondi determineranno la durata dell’assegno ordinario in misura pari (almeno) ai trattamenti di integrazione salariale a seconda della soglia dimensionale dell’impresa e della causale invocata.
- Il Fondo di integrazione salariale (Fis) è esteso a tutti i datori di lavoro appartenenti a settori che non rientrano nell’ambito di applicazione della Cassa integrazione ordinaria e che non aderiscono a un Fondo di solidarietà bilaterale. La durata del trattamento di integrazione salariale potrà arrivare a 13 o 26 settimane, a seconda della dimensione del datore di lavoro (e quindi del numero di dipendenti). Scompare l’assegno straordinario.
- Per favorire le piccole imprese, qualora non venga utilizzato il Fis per all’incirca 24 mesi, è previsto, a partire dal primo gennaio 2025, la riduzione dell’aliquota contributiva del 40%.
- Per beneficiare della prestazione NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’impiego) sarà sufficiente dimostrare di poter far valere, almeno, tredici settimane contributive negli ultimi quattro anni.
- La durata della DIS-COLL (Disoccupazione per i collaboratori) viene innalzata da sei mesi a un anno.
- Per quanto riguarda i numeri vengono stanziati 3 miliardi a cui aggiungendo altre risorse si arriva a un totale di 4,6 miliardi.
Nonostante un sistema universale venga visto di buon occhio, non è da trascurare la possibilità che questo possa causare un aumento dei costi a carico delle imprese e dei lavoratori. Un timore giustificato se consideriamo le condizioni dell’economia globale che, in seguito alla pandemia da Covid 19, non si è ancora ripresa. Quindi, questi nuovi oneri, inseriti in un contesto di crisi, potrebbero mettere in difficoltà molte aziende ed è proprio su questo che si basano i dubbi e le preoccupazioni di questo disegno di legge.