Il numero attuale delle persone impegnate in una posizione lavorativa in Italia presenta una leggera incurvatura pur essendo superiore a 23 milioni. A questa nozione però va contrapposta quella relativa alla quota delle persone inattive e cioè non occupate. I recenti dati raccolti dall’ISTAT mettono in evidenza la seguente situazione:
Riguardo l’ultimo punto, risulta essere sopra i 3 milioni e 150 mila il numero delle persone che lavorano con un contratto di tipo determinato, rappresentando il valore più alto dall’anno 1977. Invece, per quanto riguarda gli autonomi, va detto che nel giro di un solo mese sono diminuiti di circa 17mila unità, una cifra che pur essendo negativa non finisce per rovinare il quadro positivo ottenuto con il confronto con l’anno 2021.
Confesercenti, associazione di tipo imprenditoriale, sottolinea che da due mesi i lavoratori hanno superato i 18 milioni, raffigurando il dato più alto raggiunto dal 2004, e afferma che “lo scenario del lavoro appare complessivamente positivo ma non senza incertezze. Anche perché le tensioni internazionali e la corsa dei beni energetici (e di conseguenza dei prezzi) stanno avendo un impatto negativo sulle attività economiche di tutti i settori, rallentando una ripresa che avrebbe dovuto e potuto essere ben più sostenuta.”