Riforma fiscale – proposte e calendario
Le Commissioni di Bilancio di Camera e Senato hanno predisposto il documento di riforma fiscale, sulla base del quale il Governo definirà la legge delega effettiva. Questi sono i punti principali trattati:
- è previsto un taglio dell’aliquota IRPEF per i contribuenti nella terza fascia di reddito tra 28mila e 55mila euro con ripianificazione per fare in modo che non ci siamo grosse disparità intermedi;
- la no tax area sarà estesa ai lavoratori fino ai 35 anni e fino a 10mila€;
- un’uscita progressiva dal regime forfettario all’eccedere della soglia dei 65mila euro di ricavi;
- abolizione IRAP, semplificazione IRES e meccanismi premiali (es.: aggregazioni di piccole e medie aziende, transizione ecologica, introduzione di ulteriori posti di lavoro), Riforma IVA.
Tempi
Non sono ancora chiare le modalità e i costi, che saranno precisate solo quando il Governo presenterà la riforma effettiva.
È previsto per il 22 luglio che il ministro dell’economia, Daniele Franco, porti la discussione davanti alle commissioni di finanze di Camera e Senato.
Basandosi sulle tempistiche previste dalla Legge di Bilancio, la riforma va presentata entro fine luglio. Resta la questione risorse, che in base alla Manovra sono pari a 8 miliardi per il 2022 e 7 miliardi nel 2023 (che però comprendono anche il finanziamento dell’Assegno Unico). Ciò implica che, per il 2022 siano disponibili 1-2 miliardi di euro per la riforma fiscale. Le risorse aggiuntive, quindi, saranno contemplate nella Legge di Bilancio 2022.
È giusto ricordare che dopo l’approvazione della legge delega, saranno necessari i decreti attuativi per il totale funzionamento.
IRPEF
La rivalutazione del terzo scaglione IRPEF (che riguarda i redditi tra 28mila e 55mila euro con aliquota del 38%) costerebbe 5 miliardi, mentre l’estensione della no tax area (da intendere, ormai, come esenzione per i redditi fino a 55mila euro) prevederebbe altri 5 miliardi.
È stata fatta avanti anche la proposta di un estensione del reddito minimo esente per i lavoratori fino ai 35 anni
La commissione bicamerale propone anche un’ulteriore maggiorazione del reddito minimo esente per i lavoratori fino a 35 anni, precisando: «Qualora il costo di questo intervento dovesse risultare incompatibile con gli equilibri di finanza pubblica, dovrebbe essere introdotto con la sola finalità di ridurre il carico burocratico sui contribuenti».
IRAP
«Nell’ottica di una semplificazione del sistema tributario e all’interno di un complessivo quadro di riforma in cui valutare gli aspetti di redistribuzione del carico fiscale, la commissione concorda sulla necessità di una riforma che porti al superamento dell’Imposta regionale sulle attività produttive». Qualora la norma dovesse riguardare solo le PMI, il costo sarebbe di 3 miliardi, se invece fosse estesa a tutte le imprese, lieviterebbe a 11 miliardi.