Crisi aziendali: in arrivo gli otto strumenti per gestirle

Sono otto gli strumenti che entreranno in vigore da gennaio per gestire, insieme alle politiche attive, crisi e riorganizzazioni aziendali.
Partiamo, in primo luogo, dal contratto di espansione, che viene esteso anche agli anni 2022 e 2023. Le imprese con almeno 50 dipendenti potranno far uscire personale a non più di 60 mesi dalla pensione, che sia per vecchiaia o anzianità, ridurre l’orario dei lavoratori utilizzando fino a 18 mesi di cigs anche se non continuativi, prevedere una riduzione oraria per tutti gli altri impiegati non interessati dalle uscite e programmare delle nuove assunzioni. Secondo la relazione tecnica potranno essere interessati a queste nuove modalità 41mila lavoratori l’anno.
Le imprese, inoltre, potranno stabilire contratti di solidarietà attraverso la contrattazione aziendale, tutto ciò con l’obiettivo di ridurre l’orario di lavoro in modo tale da evitare la riduzione o la dichiarazione di esubero. Con questa manovra il massimale della riduzione media oraria si innalza dall’attuale 60% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori, all’80% a partire dal primo gennaio 2022. Attualmente il massimale della percentuale di riduzione complessiva dell’orario lavorativo è fissato al 70% nell’arco dell’intero periodo in cui il contratto di solidarietà è stipulato, si alzerà al 90% a partire dal primo gennaio 2022.
Un altro strumento vale solo per il biennio 2022-2023, esso consente alle imprese di industria e costruzioni, che si ritrovano nella situazione di aver esaurito i contatori della cig, di poter chiedere fino a un massimo di ulteriori 52 settimane di cig, usufruibili fino a dicembre 2023, con il limite di 150 milioni per il 2022 e il 2023.
E’ previsto uno strumento che non è altro che un fondo istituito dalla legge di Bilancio presso il Mise con 150 milioni per il 2022, 200 milioni per il 2023 e, infine, 200 milioni per il 2024, questo per favorire l’uscita anticipata dal lavoro degli impiegati delle pmi in crisi, con almeno 62 anni. Questo strumento prevede per le imprese con rilevanza economica strategica che hanno esaurito la cig, la possibilità di poter chiedere dei nuovi ammortizzatori per definire i processi di riorganizzazione o risanamento e per gestire esuberi, nel limite di 130 milioni per il 2022, 100 per il 2023 e 50 per il 2024: la proroga può avere una durata di 12 mesi nel caso di riorganizzazione aziendale o di contratto di solidarietà, e 6 mesi per crisi aziendali.
Altri strumenti rappresentano dei sostegni economici. Viene riconosciuto alle imprese che assumono a tempo indeterminato delle persone in cigs, un incentivo, che consiste in un contributo mensile del 50% dell’ammontare cigs, per ogni mensilità di retribuzione corrispondente al lavoratore (questo contributo non può essere erogato per più di 12 mesi). Inoltre, figura l’esonero contributivo per le stabilizzazioni dei giovani under 36 che viene riconosciuto alle aziende che assumono a tempo indeterminato dei lavoratori, a prescindere dai limiti di età, di imprese per le quali risulta attivo un mezzo di confronto per la gestione delle crisi aziendali presso la struttura per la crisi d’impresa. L’esonero consiste nell’azzeramento dei contributi per 36 mesi, cioè 3 anni, entro un limite di 6mila euro all’anno.
L’ultimo strumento, infine, sono le politiche attive. Con il nuovo programma Gol e il ruolo che viene riconosciuto dal ministro Andrea Orlando ai Fondi interprofessionali a cui vengono restituiti 120 milioni, fondi che sono stati sottratti con il prelievo forzoso sullo 0,30, da destinare alla formazione dei cassintegrati, che non comprendono i giovani e i disoccupati. La legge di Bilancio stila le regole sulle condizionalità e apre una compatibilità, parziale, del trattamento di cigs con il lavoro: se si svolge un lavoro subordinato superiore ai sei mesi o un lavoro autonomo, durante il periodo di cassa, non si ha diritto al trattamento per le giornate di lavoro effettuate, sotto i sei mesi a termine il trattamento si sospende.
Il programma Gol farà debuttare cinque nuovi percorsi di accompagnamento alla ricollocazione, spaziando dal reinserimento lavorativo all’upskilling, dal reskilling al percorso di lavoro ed inclusione, per poi arrivare a un percorso concreto per le crisi aziendali. Le regioni devono attuare questo programma entro i prossimi due mesi.