Il trasferimento collettivo equivale al licenziamento
Il trasferimento collettivo dei lavoratori da una sede aziendale ad un’altra va esaminata nell’ottica dei licenziamenti collettivi. Questo perché il trasferimento collettivo determina una modifica unilaterale alle condizioni di lavoro dei lavoratori, e di conseguenza porta al concetto di licenziamento collettivo.
Questa è la conclusione a cui è arrivato il Tribunale di Napoli, richiamando, con l’ordinanza del 4 gennaio 2022, un insegnamento della Corte di giustizia, secondo cui il licenziamento collettivo comprende tutte le modifiche datoriali, in una misura peggiorativa, degli elementi fondamentali del contratto di lavoro per delle ragioni che sono estranee al lavoratore.
Nel caso riportato dalla Corte di giustizia, il trasferimento collettivo presupponeva il passaggio ad una sede aziendale distanze più di 600 chilometri dalla sede di base per 23 lavoratori. Secondo il giudice di Napoli questo trasferimento avrebbe comportato una modifica radicale del contesto familiare e sociale dei lavoratori, per cui arriva alla conclusione che il trasferimento equivale al licenziamento. Il datore di lavoro, in questo caso, avrebbe dovuto avviare una fase di consultazione preventiva per attestare la legittimità di questo provvedimento.
Il giudice di Napoli, inoltre, ha dichiarato l’inadeguatezza dei provvedimenti relativi al trasferimento adoperati nei confronti dei lavoratori, che erano stati addirittura licenzianti dall’azienda per aver rifiutato il trasferimento. Secondo un nuovo approdo della giurisprudenza di legittimità, risultano assimilabili al licenziamento le interruzioni di quei rapporti di lavoro che sono l’esito di modifiche peggiorative delle condizioni di lavoro.
Secondo una recente sentenza della Cassazione, il concetto di licenziamento utile ai fini della procedura collettiva di riduzione del personale è solo il licenziamento inteso in senso stretto, questo perché non è possibile include altre congetture riguardo la risoluzione dei rapporti di lavoro, anche se questi si riferiscono a delle iniziative proposte dal datore di lavoro.
La legge di Bilancio 2022, toccando questo tema molto attuale, prevede una fase di consultazione, da attuare con le strutture territoriali e sindacali, per le aziende con almeno 250 dipendenti prima di licenziare 50 o più dipendenti.