APe Sociale 2022: partono le domande
Una delle riforme più attese è la riforma pensioni, che sarà integrata nella Legge di Bilancio per l’anno 2023. La speranza, dopo le soluzioni momentanee attuate per l’anno attualmente in corso, è di veder emergere delle novità, da parte dei Sindacati, riguardanti la pensione per i giovani, per le donne e la pensione anticipata nel dopo Quota 102: non dovrebbe cambiare nulla di ciò che fa parte della Legge Fornero.
Attualmente i lavoratori italiani hanno come opzioni, alternative alla pensione di vecchiaia, le seguenti:
- Pensione anticipata standard;
- Pensione anticipata contributiva;
- Quota 102;
- Opzione Donna
- Ape Sociale;
- Pensione precoci;
- Pensione per usuranti e gravosi;
- Incentivo esodo fino a sette anni;
- Scivolo risolto con il contratto di espansione.
Per quanto riguarda le agevolazioni che sono attualmente previste dal sistema previdenziale italiano relativo alle categorie protette e ai lavoratori precoci, c’è da considerare che la Legge di Bilancio del 2022 non ha avuto la funzione di espandere il numero di beneficiari; quindi, si resta fermi con quelli facenti parti delle categorie che sono state definite e organizzate nel corso del 2018.
Per i lavoratori cassaintegrati o disoccupati, oppure per quei lavoratori che sono impegnati in lavori che esigono sforzi notevoli, in Italia è prevista l’opportunità di fruire dell’opzione dell’anticipo pensionistico a carico totale dello Stato, si parla dell’Ape Sociale: per ottenere questa misura bisogna avere 63 anni (di età e non di esperienza lavorativa) e tra i 30/36 anni di contributi, questo a seconda della tipologia di chi ne ha diritto.
È prevista un’altra categoria di pensione anticipata ed è quella riservata ai lavoratori precoci e, cioè, quelle persone che hanno lavorato, per almeno 12 mesi, prima del diciannovesimo anno di età: queste persone hanno la possibilità di andare in pensione utilizzando la Quota 41, ossia con 41 anni di contribuiti, a prescindere dall’età anagrafica posseduta al momento della presentazione della domanda. Bisogna fare, però, attenzione a un particolare, i lavoratori precoci, indipendentemente dal sesso, possono andare in pensione con 41 anni di contributi, questo a prescindere dall’età, ma solo se rientrano in una delle categorie richieste per accedere all’APe Sociale e cioè:
- Disoccupati;
- Lavoratori con l’invalidità pari al 74%;
- Caregiver;
- Lavoratori che hanno svolto lavori gravosi.
La domanda per ricevere il certificato del diritto per la pensione precoce deve essere presentata all’INPS entro la data del 1° marzo. Questo certificato serve per verificare l’effettiva possessione delle condizioni necessarie che portano al raggiungimento della pensione anticipata con un numero di contributo diminuito e fissato a 41 anni di contributi per tutti i lavoratori e questo non pesa sull’età anagrafica.