L’indagine svolta dal Gruppo di studio sul Lavoro agile, avente l’obbiettivo di esaminare e superare le problematiche incontrate nel campo delle attività lavorative in smart working, è stata pubblicata anche sul sito web del Ministero del Lavoro.
Il lavoro agile durante il periodo emergenziale, dovuto alla pandemia da Covid-19, ha interessato tra i 5 e gli 8 milioni di lavoratori ed è per questo che è nata la necessità di organizzare un confronto con le parti sociali: il confronto è avvenuto il 7 dicembre dell’anno scorso. Questo confronto pone la sua attenzione su delle questioni che non sono state esaminate e determinate in modo giusto ed efficace, una di queste riguarda il diritto del lavoratore in smart working alla disconnessione.
Quindi, le Linee Guida per lo Smart Working determinano una lista di regole e criteri che possono essere usati come una base per la successiva applicazione di una serie di norme opportune e specifiche.
La proposta del Gruppo di studio del Ministero del Lavoro consiste nell’organizzare da zero il Lavoro agile, ponendo come partenza la valorizzazione di quelle che sono le contrattazioni collettive o, almeno, da delle regole minime che possano accumunare tutti e garantire i diritti dei lavoratori in smart working.
Le regole minime proposte riguardano: