ISTAT: calo di fiducia dei consumatori e delle aziende

Durante il mese di gennaio 2022 è calato il livello di fiducia delle imprese e dei consumatori rispetto al mese precedente, questa è una discesa che comprende tutti i comparti e che, per le aziende, rischia di arrivare ad un livello più basso rispetto agli ultimi nove mesi.
Questo allarme viene lanciato dall’ISTAT, che segnala la diminuzione sia dell’indice del clima relativo alla fiducia dei consumatori, passa da 117,7 a 114,2, sia di quello relativo al mondo aziendale, che passa da 112,7 a 105,4.
Esaminando i vari settori, il calo più limitato riguarda l’industria e il commercio, mentre risulta più evidente nel settore dei servizi di mercato; nel dettaglio il commercio, si vede che da un lato c’è un miglioramento dei giudizi sulle vendite, ma dall’altro lato c’è un calo delle aspettative sulle vendite future.
Per quanto riguarda il lato dei consumatori, lo scenario appare, invece, diverso in quando è fortemente in discesa e comprende tutte le componenti dell’indice, in particolare quelle relative al clima economico e al clima futuro: nel primo caso si passa da 139,6 a 129,7 e nel secondo da 120,8 a 113,5.
Vito Frijia, Segretario Nazionale di Unilavoro PMI, focalizza la sua attenzione sul tema del clima di instabilità e commenta questa situazione così <<Come chiedere fiducia alle imprese e ai consumatori se il governo in primis non ne dà? Regole poco chiare e decreti troppo frequenti creano un clima di instabilità che non incoraggia certo le imprese a investire. Continuiamo ad essere in balia di cambi repentini sulle banali regole del vivere quotidiano, che oggi ci vengono dettate dalla cosiddetta certificazione verde. Inoltre, non possiamo non considerare il pericolo di norme poco chiare che lasciano libero spazio alle interpretazioni, tanto è vero che sullo stesso tema capiti spesso che l’Agenzia delle Entrate si esprima in un modo, i magistrati in un altro, gli enti locali in un altro ancora>>.
Inoltre, Frijia, a fronte di questa situazione, consiglia alle aziende di prorogare gli investimenti e le assunzioni, soprattutto per i settori maggiormente in crisi e cioè quelli:
- Del turismo;
- Degli eventi;
- Della ristorazione;
- Dei locali notturni.