Smart working: calano gli infortuni ma aumenta lo stress
L’arrivo dello Smart Working ha fatto diminuire notevolmente il numero degli infortuni che si possono verificare nel tragitto casa-lavoro, ma questo non vuol dire che questa nuova modalità lavorativa sia esente da alcuni rischi per la salute. L’indagine “Salute e sicurezza sul lavoro nella pandemia: nuovi rischi e prospettive di evoluzione dei modelli di gestione”, della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, svolta durante il periodo emergenziale della pandemia da Covid-19, evidenza quelli che potrebbero essere i nuovi rischi.
Secondo l’indagine, i nuovi rischi per la salute dei lavoratori riguardano la sicurezza dell’ambiente in cui si lavora e altre eventuali problematiche di natura fisica e psicologica. Questi rischi, quindi, sono legati a un ambiente di lavoro che non risulta a norma con quelle che sono le richieste minime per una sicurezza impiantistica: elettrica, antincendio.
Nel corso del 2020, il 48,3% dei lavoratori in smart working ha messo in evidenzia la diffusione di alcuni disturbi e problemi fisici collegati all’insufficienza delle postazioni presenti fra le mura domestiche. Sono emerse anche delle problematiche riguardanti:
- L’aumento dello stress dovuto ad un tempo di lavoro ormai dilatato,
- L’ansia da prestazione,
- L’infiacchimento dei rapporti aziendali,
- La paura di un’emarginazione,
- Il disinteresse nei confronti del lavoro.
Risulta evidente la necessità di cambiare il modo di affrontare i temi relativi alla sicurezza sul lavoro, considerando anche l’accuratezza della diffusione di quelli che sono i nuovi modelli organizzativi indirizzati a piccole e grandi imprese.